CARTA GEOLOGICA DELL'AREA DEL SUPERVULCANO
Carta geologica della Zona Ivrea- Verbano nell'area della Val Sesia. (USGS, 2003)
Rfi. bibliografico:Quick, J. E., Sinigoi, S., Snoke, A. W., Kalakay, T. J., Mayer, A. & Peressini, G. (2003).
Geologic map of the Southern Ivrea^Verbano Zone, Northwestern Italy.
US Geological Survey I-Map 2776.
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CARTA GEOLOGICA D'ITALIA
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CARTA GEOLOGICA DELLA VALLE VIGEZZO
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CARTA GEOLOGICA DELLA VAL GRANDE
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Cos'è un geosito?
un geosito può essere definito come località, area o territorio in cui è possibile individuare un interesse geologico o geomorfologico per la conservazione” (W.A. Wimbledon, 1995).
La rilevanza di un geosito può essere di carattere locale, regionale, nazionale o internazionale
Link:
www.geologiaeturismo.it
www.isprambiente.gov.it
I geositi del Sesia Valgrande Geopark
I siti illustrati di seguito sono rappresentativi di aree geologiche di notevole importanza, molte delle quali studiate da scienziati di tutto il mondo. Le lettere fra parentesi indicano la rilevanza di ciascun geosito:
(I): siti di interesse internazionale
(N): siti di interesse nazionale
(R): siti di interesse regionale
1) Chiesa di Albo (I): rocce metamorfiche della Zona Ivrea Verbano, area geologica famosa fra gli scienziati di tutto il mondo.
2) Candoglia (I): cave di marmo rosa del Duomo di Milano.
3) Premosello Chiovenda (I): contatto fra rocce della crosta continentale profonda e del mantello continentale, che eccezionalmente affiora in superficie.
4) Finero (I): Cava di peridotiti, rocce del mantello terrestre che costituiscono il Corpo basico-ultrabasico di Finero, uno dei più studiati al mondo.
5) Fiume San Bernardino (N): rocce metamorfiche dell'unità Scisti dei laghi, modellate dall'azione glaciale.
6) Pian d'Arla, lungo la strada Cadorna (I): Scisti dei Laghi e visione globale del gruppo Monte Zeda.
7) Ponte Nivia (I): Anfiboliti a banda, rocce metamorfiche della Zona Strona-Ceneri, molto studiata a livello europeo.
8) Strada Cadorna (I): intorno al Monte Bavarione sono esposti tutti i tipi di rocce della Zona Strona-Ceneri, studiata da molti scienziati europei.
9) Ponte Casletto (I): affioramento di “Cenerigneiss”, rocce derivate dal metamorfismo di una roccia sedimentaria; la loro complessa storia è ancora fortemente dibattuta.
10) Spoccia Orasso (I): miloniti, rocce formate lungo la linea Cossato-Mergozzo-Brissago, faglia sviluppata ad alta profondità e ad alta temperatura.
11) Spoccia (I): miloniti della linea Cossato-Mergozzo-Brissago e loro relazione con le rocce dell'intrusione basica (Complesso Basico della Zona Ivrea Verbano).
12) Valle Pogallo (I): miloniti formate in corrispondenza della linea del Pogallo, faglia il cui ruolo è cruciale nell'interpretazione della storia geologica della Serie dei Laghi.
13) Castello di Vogogna (I): qui sono esposte le miloniti relative al più importante sistema di faglie delle Alpi, la Linea Insubrica.
14) Premosello-Vogogna (I): vi sono esposti i cosiddetti “terremoti fossili” (pseudotachiliti): si sono formati lungo piani di faglia che hanno causato un terremoto.
15) Scopetta, vecchio ponte sul fiume Sesia (I): miloniti della Linea Insubrica, il più importante sistema di faglie delle Alpi.
16) Balmuccia (I): una delle peridotiti di mantello meglio conservate al mondo.
17) Isola di Vocca (I): rocce basiche (Complesso Basico della Zona Ivrea Verbano) deformate ad alte temperature.
18) Isola di Vocca, presso il Croso Gavala (I): rocce della crosta incorporate nel Complesso Basico.
19) Aniceti (I): Camera magmatica del Complesso Basico; vi si trovano le strutture magmatiche meglio conservate.
20) Bocciolaro (I): Camera magmatica del Complesso Basico; qui le strutture magmatiche sono allungate perché si trovavano a una maggiore profondità.
21) Crevola (I): contatto fra diverse rocce della Zona Ivrea Verbano, il Complesso Basico e la Formazione Kinzigitica.
22) Valsessera – La Frera (R): faglie che tagliano le rocce del Complesso Basico e altre strutture di deformazione ad alta temperatura.
23) Ponte di Agnona (I): mescolamento di rocce basiche e acide, che si trovavano a una profondità di pochi chilometri nella crosta superiore.
24) Prato Sesia (I): megabreccia di caldera. E' una associazione caotica di rocce formata durante il collasso di una caldera: giganteschi blocchi di rocce diverse, racchiusi in un tufo rinsaldato.
25) Piancone (I): rocce della crosta incorporate nel Complesso Basico; al loro interno è possibile trovare bande sottili di corindone.
26) Gargallo (I): riempimento e bordo della caldera formata con una supereruzione. Contiene frammenti di pomice e un grande masso di scisto di più di 200 metri di diametro.
27) Massiccio del Monte Rosa (N): il massiccio è principalmente formato da graniti e gneiss. E' possibile vedere numerosi ghiacciai, che fra espansioni e ritiri hanno modellato il paesaggio.
28) Miniere d'oro del Monte Rosa (I): miniere aurifere e antiche strutture minerarie.
29) Stofful (R): serpentinite con talco; si tratta della “pietra ollare”, roccia tenera e facilmente lavorabile che era cavata per ottenere pentole e stufe.
30) Cimalegna (N): sentiero geologico-pedologico in alta montagna, percorso circolare con pannelli che illustrano la storia geologica di questa zona delle Alpi, i principali affioramenti e i loro suoli.
31) Da Wold a Fum d'Ekku (R): sentiero glaciologico; percorso con pannelli che illustrano la storia geologica e glaciologica dei siti visitati.
32) Torre delle Giavine (o Torre di Boccioleto) (R): guglia massiccia di gneiss alta 90 m: denota una tipica struttura per distacco dopo lo scioglimento di un ghiacciaio.
33) Unipiano (R): un terrazzo glaciale, relitto dell'antico fondovalle modellato dal ghiacciaio del Sesia quando ha raggiunto l'area di Varallo.
34) Sambughetto (N): complesso di grotte presenti nel “marmo di Valle Strona” e museo geo-paleontologico “Bertolani”, dedicato a rocce, minerali e fossili della valle.
Il territorio del Sesia Valgrande Geopark contiene una straordinaria varietà di rocce e forme del paesaggio che derivano da diversi processi geologici: tutta l'area mostra ancora oggi gli effetti delle numerose vicende che l'hanno trasformata in centinaia di milioni di anni.
L'importanza della geologia del Sesia Valgrande Geopark è legata alla possibilità di riconoscervi diversi processi orogenetici: quelli che hanno formato dapprima antiche catene montuose ormai scomparse, e poi, quelli responsabili della genesi delle Alpi, prodotto dello scontro fra il continente africano e quello europeo. Si tratta di fenomeni che hanno portato alla luce rocce molto profonde della crosta terrestre e del mantello, ora visibili in una delle più spettacolari sezioni geologiche al mondo. In sequenza, vi si osservano diversi tipi di rocce, da quelle più profonde (rocce plutoniche e metamorfiche) a quelle più superficiali (rocce vulcaniche e sedimentarie). Pur coinvolte nella collisione fra i continenti, queste rocce hanno mantenuto caratteristiche distintive, riconducibili a precedenti vicende geologiche. Pertanto, esse costituiscono un modello di riferimento per l’interpretazione dei dati scientifici sulla crosta continentale.
A rendere ancora più straordinaria la sezione geologica del Geoparco è l'esistenza, nella sua parte meridionale, del cosiddetto “Supervulcano del Sesia”. Vi si riconoscono le rocce appartenenti al suo profondo sistema di alimentazione e alla sua caldera, formatasi con un'eruzione esplosiva.
A nord ovest del Supervulcano, lo scontro fra i continenti ha invece profondamente trasformato le rocce, generando una struttura geologica molto complessa. Le enormi forze in gioco hanno fratturato la crosta terrestre, impilandone i frammenti gli uni sugli altri come in un gioco di carte e piegando le rocce, rese duttili da temperature e pressioni elevatissime. L'insieme di questi processi ha trasformato gli stessi minerali che costituiscono le rocce, formandone di nuove: le rocce metamorfiche.
“Confine” fra i due continenti, l'uno conservato in modo eccezionale e l'altro trasformato profondamente, è la Linea Insubrica: si tratta di un insieme di spaccature allineate (faglie), lungo le quali si sono concentrati i movimenti tettonici della crosta terrestre durante le ultime fasi dell'orogenesi alpina.
Ma le montagne del geoparco non conservano solo testimonianze dei fenomeni interni del nostro pianeta: vi si trovano pure splendide forme di modellamento della superficie da parte dei ghiacciai, con le loro espansioni e i loro ritiri, e da parte dei fiumi: processi ancora attivi di cui è possibile osservare sia l'azione che gli effetti.
Insomma, nelle diverse rocce e forme del paesaggio del Geoparco possiamo leggere numerose vicende di una lunghissima storia geologica: una “geodiversità” che ci racconta di antichi oceani, continenti in movimento, vulcani e glaciazioni. Si tratta di un vero e proprio patrimonio geologico: non solo testimonianze delle dinamiche del nostro pianeta, ma anche fenomeni che hanno profondamente influito sullo sviluppo della cultura locale.